Oggi è una giornata nera per il Parlamento. Il nostro paese sta soffrendo non solo per le condizioni di vita e di non lavoro di milioni di persone, di giovani e donne. C’è una febbre della democrazia che logora non di meno le nostre possibilità di ripresa che pure dobbiamo perseguire con fiducia e tenacia. Avvengono fatti di assoluto rilievo costituzionale come la bocciatura della riforma delle province fatta maldestramente per decreto. Un segno positivo di buona salute della nostra Costituzione e dei meccanismi di controllo del suo rispetto e invece di elogiare la Corte Costituzionale in tanti hanno criticato il suo pronunciamento. Nello stesso tempo accadono scivoloni preoccupanti come quello fatto dal Consiglio supremo della difesa quando ha detto che non spetta al Parlamento l’ultima parola sui sitemi d’arma e in particolare sugli F35 e non si sono alzate a sufficenza voci a difesa delle prerogative del Parlamento. Succede che il Parlamento sta seriamente discutendo della riforma del finanziamento pubblico della politica gia ridotto da 180 milioni a 91 con legge del 2012. E invece di rispettare il lavoro del Parlamento il presidente del Consiglio minaccia di agire per Decreto. Oggi il PDL ha cercato addirittura di bloccare per tre giorni i lavori del Parlamento per protestare contro un annuncio di sentenza da parte della Corte di Cassazione. Così non si regge, se ognuno dei prottagonisti politici e istituzionali non riprende a rispettare la Costituzione, le istituzioni democratiche deputate al suo ripsetto, la distinzione dei poteri questo paese va a fondo e non sarà colpa dello spread.