La scomparsa di Riz Ortolani è per me innanzitutto la perdita di un amico, di quelli che puoi stare anche un anno senza vederti ma che senti comunque vicino, affine. Lui diceva di me che ero un orso pesarese ma in vero parlava anche di se. Non mi stancavo mai di ascoltare i racconti che assieme a Katina facevano sui mille aneddoti di una vita piena, intensa fantastica. Amo senza infingimenti la sua musica, quel saper tenere insieme generi diversi in tanti casi molto avanti per orchestrazione, timbrica, rispetto ai tempi in cui furono composti. Fu una amicizia spontanea immediata quella che nacque fra noi che ci portò a collaborare ad alcuni progetti come la Sinfonia per la Memoria dedicata all’Olocausto in occasione della prima edizione della Giornata della Memora, illustrata in modo così toccante da un manifesto mitico di Cemak . La eseguimmo al teatro Rossini in una atmosfera di coinvolgimento emotivo molto alto che toccò il cuore di quella splendida persona che fu Tullia Zevi.

Ad un amico puoi arrivare a confidare una sera che vorresti fare un dono alla tua città che hai amministrato per tanti anni, che ti sembra giusto ringraziarla in qualche modo e alla fine deciderti a chiedergli di scrivere un inno a Pesaro confidando sul suo sconfinato amore per la sua città natale. Una cosa popolare gli dissi, una cosa per Banda. Non lo voleva fare, tribolò quindici giorni e poi mi chiamò e mi disse: ho qualcosa, vediamo se funziona. Poco tempo dopo davanti al suo mare e duemila persone lo facemmo ascoltare.

Gli argomenti delle nostre conversazioni erano Rossini ovviamente, il Conservatorio dove si era diplomato e soprattutto i giovani del Conservatorio. Non si rassegnava, e anche su questo la pensavamo allo stesso modo, alla deriva burocratica di una scuola che per lui doveva funzionare come una fabbrica di talenti e non come un ufficio pubblico. E’ questo amore per Rossini e per i giovani che lo portò ad accettare di sostenere economicamente con la sua fondazione il progetto “tesi rossiniane” promosso dalla Fondazione Rossini, e ancora con la Fondazione Rossini si cimentò con tre brani dei Péchés de Vieillesse che dovrebbero uscire per Ricordi. Pesaro deve ricambiare il suo amore, deve farlo adesso più di quanto non sia riuscita a fare del tutto in vita.

Oriano Giovanelli