1 A proposito di Craxi Benedetto, detto Bettino, sono testimone diretto di un episodio che conferma quanto la sua vicenda politica e umana stimolasse l’interesse di artisti. Questo è certo avvenuto con l’ottimo regista Gianni Amelio. Sulla colonna sonora del film fatta da Piovani non ho letto commenti, probabilmente è poco significativa. Ma il mio ricordo è differente. Il mio amico Riz Ortolani un giorno mi disse che lo avrebbe molto stimolato musicalmente il progetto di una composizione ispirata alla vicenda di Craxi. Lo colpiva la tragedia ma anche la forza della persona come leader politico. Quindi chiese a me (??) di scrivergli qualcosa sulla figura di Bettino. Io come faccio sempre non scrivo se non so e mi presi due libri e cominciai a leggere. Visto che Riz insisteva gli mandai 3 o 4 cartelle, non ricordo bene, su Craxi giovane anche per capire se era ciò che lui si aspettasse dal mio scritto. Una sera cenavo solo da Riccioli, il locale è chiuso ormai da tanto. Vicino a me anche lui solo stava cenando Claudio Martelli. Mi presentai parlammo di questa idea di Riz Ortolani, ci scambiammo i numeri di telefono con l’impegno da parte mia di contattarlo se il progetto fosse andato avanti. Probabilmente Martelli avrà cancellato quel ricordo. Informai Riz di questo incontro che poteva essere fruttifero per il progetto. Ne parlammo alcune altre volte ma non credo che sul pentagramma sia mai finita una nota. Era preso dalle composizioni per i film di Avati. Chissà, mi piacerebbe se fosse il contrario e che da qualche parte riemergesse qualcosa. Il 23 gennaio è l’anniversario della morte di Riz Ortolani. Uno grande davvero. Da ricordare.
2 Oggi è il giorno della memoria. Una giornata importante. Ricordo che la legge istitutiva n. 177 del 2000 uscì in gazzetta ufficiale a Luglio. Riz Ortolani mi parlava già da un po’ di una sua sinfonia ispirata alle sensazioni provate già dalle sue prime presenze a Roma. Piazza Venezia, il parlare tronfio del Duce, la Guerra, la deportazione e lo sterminio degli ebrei. Del resto il Cinema della sua generazione tanto efficacemente aveva saputo rappresentare quelle pagine di storia. Aveva in mente, e in gran parte già scritta, una sinfonia con riferimento musicale forte ai compositori del primo 900. Mancava il motivo ideale perché quel progetto si realizzasse e l’amministrazione comunale si impegnasse nella messa in cantiere di una opera musicale. Ed ecco l’idea. Facciamo che la prima giornata della memoria nella nostra città sia l’occasione per rappresentare al teatro Rossini questa sinfonia che divento’ Sinfonia per la memoria. Non fu facile trovare un direttore, trovare una orchestra Riz se ne lamento’ in alcune interviste La partitura si presentava ostica, difficile richiedeva un grosso organico e ore di prove con relativi costi da sostenere. Alberto Zedda aveva “battezzato” la qualità dell’opera. Con Gianfranco Mariotti del Rof e altri preziosi collaboratori ci si confronto’ su come teatralizzare la musica supportandola con immagini. Il caro Guido Umberto Chiocci chiese al grande Cemak, suo amico, di progettare un manifesto E il maestro fece un opera d’arte indimenticabile ed è un mio cruccio non aver conservato il manifesto. Ci assicurammo che per la prima fosse con noi Tullia Zevi, presidente della Unione delle comunità ebraiche in Italia e nel suo esilio americano violoncellista anche con Leonard Bernstein. Così la Sinfonia per la memoria debuttò. Rimanemmo tutti sconvolti. Le dissonanze, l’asolo di contrabbasso, insomma scelte artistiche molto forti. Del resto nel cuore e nel cervello di Riz c’era il grande dramma del ‘900 mica l’armonia pastorale della 6^ di Beethoven! Purtroppo non fu più rappresentata in integrale in questi 19 anni che ci separano dal debutto. Spero che il Comune e perché no, la senatrice Segre con le sue autorevoli relazioni, possano prima o poi aiutarci e darci l’onore di ascoltare di nuovo questa opera. A me piacerebbe tanto portarla in Israele. Insomma è un diamante grezzo quella musica che dice più di tanti discorsi rituali. Conservo una cassetta VHS della serata, febbraio 2001, e un biglietto per me molto importante di Tullia Zevi.