Per un nuovo ospedale a Pesaro

Fare chiarezza sul nuovo ospedale di Pesaro

Politica- 5 minuti lettura

Riassumendo. La nuova giunta regionale propone di realizzare un nuovo ospedale a Pesaro, di abbandonare per la sua realizzazione il sito di Muraglia, di non farne un ospedale unico che assorba quello di Pesaro e di Fano, di chiudere la pratica del project financing. Di conseguenza, la Regione non lo dice espressamente, nel momento in cui si andrà alla redazione del nuovo piano sanitario regionale, potrebbe essere cancellata l’Azienda Ospedaliera Marche Nord.

Come mi è capitato in più sedi di dire,  non pretendo ne mi aspetto che una Giunta Regionale  frutto di una nuova maggioranza  e della sconfitta del centro sinistra dopo 25 anni di governo, continui su scelte che sono state oggetto di scontro e divisione sulla stessa strada della giunta uscente.

Ciò non di meno penso che anche questa nuova Giunta Regionale dovrà stare alla realtà dei fatti e qualora se ne discostasse pagare pegno.

Quindi con il massimo dello spirito costruttivo di cui sono capace e con la altrettanto necessaria chiarezza dico:

1 Se la nuova Giunta regionale vuole tagliare il traguardo davvero storico, mancato dal centro sinistra per troppi anni, di avviare in questa legislatura la costruzione del nuovo ospedale sostitutivo del San Salvatore non deve abbandonare l’area di Muraglia. Deve fare in modo, trovando le procedure giuste, di assumere il progetto già redatto per il project financing che è stato cancellato. Se non farà così non riuscirà ad avviare i lavori in questa legislatura. Chi è al governo della Regione, e i più hanno alle spalle esperienze amministrative importanti, sanno benissimo che un anno è già passato e i tempi per l’ individuazione di una nuova area ( tra parentesi nella piana sotto Case Bruciate c’è l’acqua a pochi centimetri di profondità e l’area si allaga ad ogni temporale un tantino più consistente), la gara per l’individuazione dello studio cui affidare la progettazione, i tempi di progettazione, i pareri, l’indizione di una gara e la consegna dei lavori, sono tempi incompatibili con la durata della legislatura in corso. Ergo che vogliano fare un n uovo ospedale a Pesaro risulterà essere una presa in  giro.

2 La nuova Giunta regionale, libera di pensare e approvare un nuovo piano sanitario che cancelli la previsione dell’ospedale unico sa che, nell’interesse della comunità che non ama che si ricominci sempre tutto da capo e si buttino i soldi pubblici, quando il piano sanitario sarà legge  il nuovo ospedale non sarà ancora in costruzione. Nel frattempo potrebbe accadere che chi vincerà le elezioni regionali nel 2025 abbia un progetto diverso e rimetta mano al piano sanitario. Quindi con un po di lungimiranza  deve fare in modo che il progetto del nuovo ospedale di Pesaro sia modulabile ovvero estendibile senza problemi nel momento in cui dopo il 2025 l’idea dell’ospedale unico torni ad essere quella prioritaria. Del resto abbandonare l’idea dell’ospedale unico comporta che si rilanci la funzione dell’ospedale di Fano che in quanto a vecchiezza non sta tanto meglio del San Salvatore. (Potrebbe esserci l’idea di farne uno nuovo anche nella vallata del Metauro che assorba Fano Fossombrone e Cagli magari a Colli al Metauro ma non se ne mai fatto cenno quindi non mi pare una ipotesi all’ordine del giorno). In buona sostanza quello che mi interessa è che non si compiano sul piano strutturale scelte irreversibili che inibiscano le scelte programmatorie che la politica sarà titolata a fare nel futuro.

3 E veniamo ad un nodo per nulla secondario. La nuova linea di politica sanitaria contenuta anche nel PNRR punta a rilanciare una sanità territoriale, e non sono i vecchi ospedali quindi non ci si raccontino favole, ma strutture di comunità che equilibrino meglio di quanto fatto fino ad oggi l’intervento territoriale e quello specialistico da farsi in ospedali adeguati. E’ un passaggio importante cui dedicare la massima attenzione. Ma con tutta la buona volontà questa nuova rete non intaccherà a mio giudizio la mobilità sanitaria verso le strutture ospedaliere dell’Emilia Romagna, del Veneto e della Lombardia. Credo che questa tendenza che ai marchigiani costa molto sarà interesse di tutti continuare a cercare di arginarla, ridurla, contrastarla.

Allora il punto è quali saranno i livelli di specializzazione che noi saremo in grado di assicurare nell’ospedale provinciale che sostituirà il San Salvatore. Il livello di professionalità che il nostro ospedale sarà in grado di attirare e mantenere. Non volete chiamarla Azienda Ospedaliera? Chiamatela paperino ma hic rhodus hic salta.