Vedi Napoli e poi servila

Perché dire Sì alla sfida di candidarsi a sindaco

Politica- 5 minuti lettura

Questa è una storia a lieto fine. In autunno ci sarà un turno di elezioni comunali molto importante. Come sempre chi si occupa della superficie delle cose lo interpreterà come una sorta di sondaggio politico nazionale e ne discuterà fino alla noia nei talk show. Ma la verità è un’altra, nelle elezioni comunali si decide buona parte della vita vera di milioni di persone che poco ha a che fare con il mesto teatro della politica nazionale.

In controtendenza l’8 maggio sul Corriere il vicedirettore Polito apre un tema mica da poco. Nessuno sembra voler prendersi la responsabilità di fare il Sindaco e in particolare il Sindaco di una grande città. Troppi rischi e poche soddisfazioni. Debiti tali da rendere le città sempre ad un passo dal  dissesto, grandi responsabilità personali esposte all’invadenza del magistrato di turno che non vede l’ora di finire sui giornali salvo che poi ti cerca per farsi cancellare una multa o sistemare un parente, nessuna copertura assicurativa rispetto a responsabilità che in caso di “incidente” (chi fa sbaglia ed è la ragione per cui in questo paese si preferisce non fare) possono rovinare una incolpevole famiglia, indennità di funzione  falcidiate dal populismo e da chi pensando di ingraziarsi la bestia se l’è portata in casa, nessuna copertura politica da parte dei partiti di appartenenza ormai evaporati, nessun cursus honorum garantito ( in vero non c’è mai stato).

Certo è più facile fare carriera politica, sempre che la politica possa essere una carriera, frequentando qualche circoletto chiuso, corti togate e non, palazzi romani importanti, piuttosto che mettendo le mani nella cruda realtà, governando una città. Tutto vero. Talmente vero che la prova del nove è sembrato darla  il Magnifico Gaetano Manfredi. Rettore, rettore dei rettori, ministro, accompagnato da un buon nome e ottime relazioni nella Roma che conta. In una lettera motivava  il suo NO alla candidatura a Sindaco di Napoli offertagli dal centro sinistra. Diceva nella lettera che Napoli è in pre-dissesto, non ha personale qualificato a sufficienza, le società dei servizi sono in piena crisi e fanno molta fatica ad erogare servizi accettabili. Tutto vero ma argomenti che sembravano dette da qualcuno che non conosce Napoli.

Una persona come lui mentre scriveva quelle cose non poteva non sapere le condizioni  in cui  ha governato De Magistris, Raggi, Orlando, De Caro per dire i sindaci delle grandi città del centro sud? E a me che sono stato sindaco suonava proprio male che, quasi a proporre una condizione, invocasse una legislazione speciale per Napoli.  Sia chiaro amo talmente tanto quella città che mi imbucherei in Parlamento per votarla come voterei una legge che metta definitivamente al sicuro la capitale del mio paese o le città di frontiera nella lotta alla criminalità organizzata che si alimenta di situazioni in  cui chi governa non riesce a garantire servizi dignitosi alla popolazione.

Ma questo comporta di dire Si, io ci sono perché amo davvero la mia città. Sono disposto a spalare merda  24 ore su 24 per tirarla fuori dalla sua condizione, unitevi a me e facciamolo insieme. So che è difficile ma ci voglio provare proprio perché dalla mia città ho avuto tanto. Capisco che in tanti uffici  non arriva il rumore della vita vera e non si ha questa percezione. Fare il sindaco è innanzitutto una questione di appartenenza, ti deve entrare nella pelle prima che nel cervello e se non ti entra meglio lasciare stare, non tutti possono fare le stesse cose. Lo stesso Manfredi potrebbe chiedere a Bassolino come trovò Napoli quando iniziò la sua esperienza. Comunque  Polito e Manfredi un merito lo hanno. Con i loro scritti hanno contribuito ad accender un faro sulla realtà di chi amministra le città, quel faro che i tanti sindaci di comuni piccoli e medi non riescono ad accendere.

.  Ora il lieto fine è che Manfredi ha deciso di accogliere la proposta di candidatura. Il Centro sinistra gli ha assicurato che si batterà per affrontare lo squilibrio di bilancio che Napoli ha accumulato. Molto bene. Ora però Magnifico anche se gli elettori non dovessero premiarla e non riuscisse ad essere eletto, chiunque vinca, io mi auguro che vinca Lei ovviamente, continui a spendersi perché il faro non si spenga sulla condizione dei comuni e di chi li amministra. Si batta perché si torni a dare rispetto e dignità a chi governa i comuni del nostro paese e soprattutto che arrivino risorse adeguate a quei servizi da cui dipende così tanto la vita quotidiana delle persone.