Giovanelli: sono opportunità per sviluppo paese

“Il Pd ha presentato una un’interpellanza urgente al ministro del Turismo Piero Gnudi sulle concessioni di beni demaniali marittimi al fine di difendere la peculiarità delle imprese balneari italiane in sede europea e prevedere una congrua durata delle concessioni in essere”. Lo rendono noto i promotori dell’interpellanza, i deputati democratici Oriano Giovanelli, Elisa Marchioni, Pierpaolo Baretta e Sandro Bratti che chiedono al Governo “quali misure intenda assumere nei confronti della Commissione europea e quali iniziative intenda negoziare al fine di ottenere equità nel trattamento tra il nostro Paese e la Spagna, riguardo alla Direttiva 123/2006/CE, relativa ai servizi nel mercato interno”. E’paradossale – aggiungono – che in un paese come il nostro, ad alta vocazione turistica, queste concessioni siano considerate come un problema anzichè come un’opportunità di sviluppo”.

Roma, 22 novembre 2012

 

 

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Segue il testo dell’interpellanza



I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari regionali, del turismo e dello sport e il Ministro degli affari esteri, per sapere – premesso che:     

le concessioni di beni demaniali marittimi per finalità turistico- ricreative, sono ormai da anni considerate un problema anziché un’opportunità di sviluppo per il turismo italiano;

 

le misure previste nella Direttiva123/2006/CE, relativa ai servizi nel mercato interno ed in particolare l’articolo 12 di tale direttiva, hanno imposto, per le autorizzazioni di numero limitato, la procedura di gara ad evidenza pubblica con adeguata pubblicità, una durata limitata e il divieto del rinnovo automatico;

 

nel nostro Paese l’utilizzo dei litorali a fini turistico-balneari ha una storia peculiare e antica rispetto a tutto il resto d’Europa, la conduzione di uno stabilimento balneare è una vera e propria attività imprenditoriale complessa, caratterizzata da rilevanti investimenti di carattere strutturale e occupazionale e finalizzata, anche, allo svolgimento di servizi di sicurezza dei bagnanti e di manutenzione ambientale, che rendono tali imprese sostanzialmente diverse da semplici attività di servizio;

 

per mettere fine alla situazione di stallo che danneggia le imprese e il comparto turistico, creatasi a seguito del recepimento della Direttiva servizi, il Governo ha sottoposto alle associazioni di categoria una bozza di schema di decreto legislativo recante la revisione e il riordino della legislazione in materia di concessioni demaniali marittime ai sensi dell’art. 11, comma 2, della legge 15 dicembre 2011, n. 217;

 

la bozza prevede che la  durata delle concessioni non possa essere inferiore a sei anni, né superiore a venticinque anni e che il loro affidamento debba avvenire mediante procedure competitive di selezione tra i candidati potenziali basate sulla migliore offerta, selezionata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, sulla base di un piano economico – finanziario di copertura degli investimenti e della connessa gestione per l’arco temporale oggetto della concessione;

 

la professionalità acquisita dall’offerente nell’esercizio di concessioni di beni demaniali marittimi per finalità turistico- ricreative, secondo la bozza di decreto, sarà valutata nel limite del 40 per cento del punteggio complessivo solo in fase di prima applicazione del decreto medesimo;

               

il 5 ottobre 2012 il  governo spagnolo ha approvato la riforma della legge costiera del 1988 che consente di salvaguardare circa 3000 imprese che operano sulle spiagge spagnole e migliaia di case di proprietà privata che insistono sul territorio marittimo-terrestre di proprietà pubblica, estendendo per altri 75 anni la concessione agli attuali titolari;

 

la proposta di legge spagnola mira a risolvere una situazione specifica di grande incertezza giuridica che si era venuta a creare in Spagna, con una soluzione che la Commissione europea sembra aver ritenuto compatibile con la Direttiva 123/2006/CE relativa ai servizi nel mercato interno e con i principi di non discriminazione, parità di trattamento, trasparenza, mutuo riconoscimento e proporzionalità;

 

le associazioni di categoria rappresentative delle imprese balneari ritengono che, se tale posizione della Commissione europea dovesse essere confermata, una misura del genere potrebbe essere riprodotta anche in altri paesi, in particolare per quanto riguarda le concessioni balneari italiane ed hanno  chiesto al Governo di difendere la peculiarità delle imprese balneari italiane in sede europea, al fine di giunge all’adozione di un testo che preveda, come è accaduto in Spagna, una congrua durata delle concessioni in essere;

 

pur nella consapevolezza che la situazione delle coste spagnole è del tutto differente da quella italiana e che una analoga proposta alla Commissione europea da parte del Governo italiano, riguardo alla durata delle concessioni, potrebbe dare esiti differenti, è indispensabile approfondire l’eventualità di un riflesso negativo, per il nostro Paese, che una diversa applicazione della Direttiva servizi in Italia e in Spagna potrebbe comportare dal punto di vista competitivo,  considerato che i due paesi sono entrambi fortemente presenti nel turismo balneare:-

 

quali misure intendano assumere nei confronti della Commissione europea e quali iniziative intendano negoziare al fine di ottenere equità nel trattamento tra il nostro Paese e la Spagna, riguardo alla Direttiva 123/2006/CE, relativa ai servizi nel mercato interno.

Oriano Giovanelli Deputato Pd Commissione Affari Costituzionali

Elisa Marchignoli deputataPd  Emilia- Romagna

Pier Paolo Baretta Capo gruppo Pd Commissione bilancio

Sandro Bratti- Responsabile ambiente Pd Emilia-Romagna