Al Presidente della Assemblea legislativa delle Marche

Caro Presidente, caro Antonio, ho seguito sulla stampa il lavoro che hai predisposto per ridurre i costi di funzionamento della Assemblea legislativa della nostra regione. Un lavoro meritorio che è andato a rimuovere spese anacronistiche come il budget per le spedizioni postali che nessuno effettua più. A me è andato all’occhio l’ulteriore taglio di fondi per i Gruppi consiliari. Ed è proprio di questo che voglio parlarti. Come tu stesso hai fatto cenno è inaccettabile che si faccia confusione fra i soldi “rimborsati” ai consiglieri per diverse ragioni e l’attività politica. Lo dico subito con chiarezza. Ai singoli, a meno che non siano stati delegati a rappresentare il Gruppo da qualche parte per qualche cosa, non va riconosciuto alcun rimborso oltre alla indennità di funzione che percepiscono e alla eventuale diaria. L’errore è stato proprio questo. Nel recente passato pressoché in tutte le regioni nella gestione dei fondi assegnati ai Gruppi si prevedeva la possibilità di rimborsare spese ai singoli (ai singoli!!!) consiglieri previa presentazione di documentazione all’interno di un budget assegnato (!!!) ad ognuno. Questa è la falla dove è passato di tutto: ho un budget a disposizione, raccatto scontrini fino alla concorrenza del budget assegnatomi e lì dentro finisce di tutto compreso il ridicolo.
Quindi secondo me: via scontrini, via budget assegnati ai singoli, via qualsiasi rimborso spese del singolo, finanziare solo ed esclusivamente ciò che è organizzato e svolto dal Gruppo come soggetto politico collettivo. Mi spiego meglio se si fa comunicazione sulla attività legislativa del Gruppo la fa il Gruppo non il singolo intestandosi meriti che spesso non ha. Se si deve fare una iniziativa sulla legge per la tartuificoltura la fa il Gruppo e non coinvolge in primis l’eletto in quel territorio ma le responsabilità istituzionali che sulla materia operano, capogruppo di commissione, componenti della commissione, presidenti o vice presidenti di commissione, in seconda istanza l’eletto del luogo.
Non è difficile. Occorrono delle ferree linee guida approvate dalla presidenza della Assemblea e un sistema di controlli che sono tanto più semplici quanto le regole sono chiare. Al gruppo PD della Camera, nella mia recente esperienza di direzione generale, ne avevo tre: i revisori dei conti del Gruppo, la società di revisione esterna scelta con gara dalla Presidenza della Camera, l’Ufficio di Bilancio della Camera. Per ogni iniziativa organizzata dal Gruppo, circa mediamente 5 al mese in tutto il territorio nazionale, dovevano corrispondere i preventivi per l’allestimento delle sale, la comunicazione dell’evento, la eventuale ospitalità dei relatori ( parlamentari rigorosamente esclusi), la registrazione dell’evento e gli eventuali atti.
Ma detto ciò è a mio avviso è sbagliato tagliare ulteriormente i fondi ai Gruppi. Con la tua proposta se ho letto bene siamo attorno ai 20.000 euro medi all’anno per ogni Gruppo per una spesa complessiva di 160.000 euro. Meno di 2000 euro al mese, che significa sostanzialmente quasi rinunciare a fare politica, ovvero rinunciare a promuovere la conoscenza di ciò che il Gruppo fa e propone per la regione. Servono comunicazione professionale, servono approfondimenti con esperti sulle leggi in itinere, servono convegni per confrontarsi, serve far sapere ciò che si fa e dubito che con quelle cifre questo si potrà efficacemente fare.
Si dirà ma ci sono i singoli consiglieri che organizzano, promuovono, informano. E’ proprio qui che casca l’asino se mi si consente una battuta. La degenerazione di “rimborsopoli” sta tutta dentro alla dimensione individuale del rapporto dell’eletto con gli elettori e con il denaro. A quella deriva va contrapposta una dimensione istituzionale, una soggettività del Gruppo in quanto collettivo.
Sperare di vincere la battaglia dell’antipolitica seguendo solo la strada dei tagli temo che sia fallimentare.
Bisogna eliminare privilegi assurdi, bisogna essere sobri in tutto nel modo più assoluto, bisogna essere trasparenti, ma non si può rinunciare all’iniziativa per far conoscere la concretezza, l’utilità, la complessità, il valore del lavoro politico nelle istituzioni.
In caso contrario anche un solo euro speso, se non se ne percepisce l’utilità vi sarà qualcuno che lo contesterà come spreco.
La mia ansia sono quei cittadini che non vanno più a votare, nelle Marche sono stati la maggioranza, e che con la loro scelta delegittimano le istituzioni, riconquistarli non significa ritrarsi, farsi piccoli, quasi invisibili, al contrario bisogna poter fare più politica e meno propaganda, meno rappresentanza e più conoscenza.
Infine caro Presidente la mia ansia è lo svilimento delle Assemblee legislative e consiliari, il Parlamento come l’Assemblea Legislativa Regionale o il Consiglio Comunale, a vantaggio dei Presidenti , delle Giunte, dei Sindaci con tutto ciò che comporta in termini democratici. A forza di depotenziare le assemblee e concentrare potere e attenzione sul singolo andremo a sbattere di brutto. Per questo sono convinto che a sostegno del lavoro delle assemblee elettive e dei gruppi politici in esse operanti bisogna fare di più non di meno e soprattutto fare meglio. Ho letto che a novembre ti confronterai con gli altri Presidenti delle Assemblee Legislative regionali e sono certo che porterai in quella sede un contributo approfondito. Spero che questa mia ti sia di ausilio. Un caro saluto,
Oriano Giovanelli