Politocrati e resilienti

Mago Merlino c’è e ci sarà

Politica- 5 minuti lettura

Pochi mesi fa riflettevo sui risultati del voto amministrativo, che interessò  anche  alcune grandi città, come l’effetto della stesura del manto fatato di mago Merlino /Draghi sul paese avvantaggiando chi, senza  farsi problemi, si era messo sotto quel mantello “rassicurante” intestandosene la “imperitura difesa”.

Leggevo così la realtà su cui si stendeva quel manto:

1) la pandemia ha svuotato per ora le forze antisistema e ha riportato al centro dell’attenzione popolare il “Sistema”, con tutti i suoi difetti  opacità consorterie, per un naturale bisogno di protezione.  Questo dovrebbe spingere Salvini a prendere atto che il futuro della Lega torna ad essere quello che incarnava la Lega Nord, il partito del PIL . In parallelo pone un gran problema di identità ai 5 Stelle .

2) però Il paese profondo ( che aveva dato forza ai 5 Stelle prima e alla Lega Salvini poi)  è ancora intatto, lontano dai partiti , dalle istituzioni democratiche  e si è concentrato nell’enorme dato di astensione.

3) I cittadini sono sempre più spettatori e sembrano aver rinunciato ad una “forte azione dal basso” ( come furono le prime elezioni amministrative dopo tangentopoli)  per migliorare il Paese. Stanno a guardare, impauriti, speranzosi o sfiduciati in attesa che qualcosa accada dall’alto.

4) La rigenerazione dei partiti come corpi intermedi  fondamentali  per rappresentare le istanze popolari e garantire la dialettica democratica non è ancora stata avviata se mai lo sarà.

5) L’assenza da parte delle forze che si richiamano ai valori della sinistra, di una lotta per l’egemonia nella determinazione delle politiche di uscita dalla crisi e la loro  convergenza ( definitiva?) verso una logica neocentrista ( modello Ursula ). Rimane  intatto il serbatoio di opinione popolare che può essere nuovamente mobilitato da una ondata populista. ( aggiungo oggi: magari sotto la spinta della insofferenza per l’aumento dei prezzi, l’inflazione, le bollette , i bassi salari)

Avevo anche ipotizzato una cura che sostanzialmente  diceva così:

Rompere il circolo vizioso  “potere  del Sistema/populismo / ingovernabilità/potere  del Sistema” per ricreare una dialettica politica normale  destra/sinistra. Non sarà facile ma è sempre più assolutamente necessario. I passaggi cruciali saranno

  • l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica;
  • la riforma elettorale in senso proporzionale per ridare centralità al Parlamento e al pluralismo all’interno delle coalizioni;
  • che davvero Renzi si rimbocchi le maniche e assieme a Calenda , Berlusconi  diano vita ad un polo di governo di centro destra.

Leggo la vicenda del presidente del Repubblica e la rielezione di Mattarella e vedo la diagnosi totalmente confermata, la cura per lo più disattesa. E’ vero, forse si andrà ad una riforma elettorale proporzionale…forse. Forse si creerà quel polo di centro destra che unirà  Renzi Berlusconi Calenda Toti…forse.

Ma rimane inalterato  il dato più pesante. L’elezione del Presidente della Repubblica  è stata una occasione mancata per la  capacità di costruire un compromesso purchessia fra centro destra e centro sinistra. Nulla sarà mai normale e mai tornerà una centralità del Parlamento senza un riconoscimento reciproco fra centro destra e centro sinistra dentro cui ricostruire le identità dei partiti, fuori dall’affanno del meno peggio, dell’ammucchiata per bloccare l’avversario. E’ per questo che anche stavolta il  potere (di veto)  del Mago è stato più forte della voglia di autonomia della politica.

Un dato che potrebbe condannarci anche dopo il 2023 ad un sistema bloccato privo di dialettica politica, privo di quel sano conflitto democratico nelle istituzioni e nella società ad eccezione di quello che potrà fare la Meloni cui verrebbe totalmente delegata la funzione di opposizione. Un continuare ad affidarsi ai “politocrati” ( un po’ politici un po’ tecnocrati che imparano subito a costruire disegni strategici)  come punto di equilibrio di un politica che sa solo negare l’avversario anziché riconoscerlo e combatterlo. Uno strapotere di Mago Merlino ben oltre la fase di emergenza, il tempo necessario di impostare e avviare il PNRR,  per la quale era stato chiamato.

Non inganni l’apparire là infondo di una possibile dicotomia fra il Mago e i suoi “politocrati” da un lato  e la resiliente onnipresenza di uno o di un altro democristiano dall’altro . Viaggiano benissimo in coppia, sono il Sistema, occupano tutte le caselle della scacchiera. Si farebbe un torto alla storia della  DC non riconoscendone la ricca composizione culturale e la capacità di non essere solo sistema ma anche popolo. Di quella storia sono rimasti solo gli epigoni nel Sistema quindi nessuno si illuda di rinverdirne i fasti senza o addirittura nonostante il popolo.

Navigheranno sul Parlamento ridotto all’applausometro, su partiti fatui,  in una emergenza continua che oggi è la pandemia e domani sarà il debito pubblico sperando che non sia la guerra.

Non è una buona notizia per le forze popolari  del mondo del lavoro in particolare  e per la sinistra condannate ad arretrare da qualche decennio sulla frontiera dei diritti, dei salari, delle opportunità. A fine 2021 avevo spedito una cartolina di auguri che aveva per titolo “Per un 2022 di conflitto sociale, redistribuzione della ricchezza per uscire migliori dalla crisi”. Temo che tornerà al mittente per assenza del destinatario. Rompere lo schema è sempre più necessario ma oggi è anche sempre più difficile.