La sinistra è priva di autonomia politica e programmatica

Mentre garantisce il sostegno al Governo la Sinistra deve costruire

Politica- 5 minuti lettura

Prego chi avrà voglia di leggere di non considerare questi appunti una sorta di “visto che avevo ragione!” A me francamente di aver ragione interessa meno di meno. Quello che mi interessa è seguire un filo politico chiaro. Per questo  mi preoccupa molto che   la mia area politica non riesca  ad avere chiara la dinamica delle forze in campo e comportarsi di conseguenza. Non riesca a segnare il percorso con gli interessi della parte di società che maggiormente dovrebbe starci a cuore. Non è un problema di oggi purtroppo. Alla fin fine l’unica bussola che sembra orientarla è stare al governo. Piatta lì, sdraiata ai piedi del Presidente del Consiglio di turno a cercare di non perdere il ruolo. Lo fa con serietà e responsabilità ma non fa altro. E’ un ruolo esangue. Infatti pur nel caos che il governo di unità nazionale sta creando, come previsto, nell’ alleanza di centro destra, il centro sinistra rimane inchiodato da mesi nei  sondaggi su un  peso politico scarso. Una sorta di guardia reale. Più di cornice che di combattimento perché  comunque è il Re che opera. Prima  #Avanti con Conte il più amato dagli italiani  e l’incarico a Draghi qualcosa di molto simile ad un golpe. Oggi Draghi è il nostro uomo di oggi e di domani. Non va bene!!!. Finiremo con  Brunetta Leader Maximo. Eppure il contesto sembrerebbe propizio per svolgere un ruolo di responsabilità nazionale stando in un governo come questo e nello stesso tempo far sentire la nostra voce che deve essere quella del mondo del lavoro, del principio di uguaglianza, della occupazione, della redistribuzione del reddito verso le fasce più deboli della società. Non pervenuto. Speriamo  dopo le amministrative che, almeno nelle grandi città dovrebbero avere un esito favorevole, si prenda coscienza e coraggio. E’ lecito dubitarne perché il problema di fondo sta nella mancanza di autonomia politica e programmatica della sinistra. Qualcosa da far valere che va al di la del gioco di incastro sui ruoli che questo o quella svolgono e ambiscono a svolgere.

Quelli che seguono sono i post che pubblicai su FB nei mesi di gennaio e febbraio, rileggerli  aiuta a capire cosa intendo dire

13 gennaio

A me la preoccupazione e lo sdegno del Presidente della Repubblica non bastano. Quando ha fatto nascere questo Governo con un Presidente del Consiglio che ineffabilmente passava da Salvini a Zingaretti con la determinante regia di Renzi sapeva due cose: 1 che le chiavi del Governo le metteva in mano a Renzi; 2 che lo stesso Renzi aveva detto esplicitamente che lavorava per un governo che arrivasse alla fine della legislatura ma non era scontato che fosse quello stesso Governo. Tal ché a me sono sembrate quelle condizioni sufficienti a non unirmi ai peana pro Conte il quale può cercare di vestire i panni di De Pretis ma non ne ha la stoffa. Non l’ho fatto ieri e non lo faccio oggi. Sono convinto di tre cose 1 che la ricostruzione di un paese, più sfasciato di quanto appare, ha bisogno di un patto triennale fra tutte le forze politiche parlamentari. Chiamatelo governo di unità nazionale o di scopo. 2 Che questa condizione di unità nazionale renderà meno traumatico il delicato passaggio della elezione del nuovo Presidente della Repubblica ( Dio non voglia e neppure Mattarella che in un contesto di caos politico si ripeta la pessima pagina della rielezione del Presidente in carica) vero passaggio cruciale della politica nazionale 3 Che la proposta di un governo di unità nazionale sarebbe un fatto politico non un rattoppamento, romperebbe questa deriva trasformistica che rischia di provocare il vomito negli elettori e nello stesso tempo metterebbe in difficoltà gli sfascisti di destra e infine farebbe emergere davvero i “costruttori”. Caro Presidente con tutta la stima e l’affetto bisogna passare all’azione per raddrizzare il timone.

14 gennaio

Aggiornamento.

1 Quelli di sinistra. #avanti con Conte ( ovvero siamo preoccupati che l’alleanza PD 5 stelle salti a causa del fatto che Conte è un punto di equilibrio nei 5 Stelle che parrà strano ma è il partito di maggioranza relativa i Parlamento. Quindi non si può scaricare Conte così di brutto per non destabilizzare i 5 Stelle). Ma è solo una azione difensiva temporanea se la Crisi si avvia davvero è evidente che il Movimento come è giusto si affiderà alla guida di Di Maio l’unico la dentro che ha fatto la “evoluzione andreottiana” completa.

2 Quelli di destra. “Noi di centro destra siamo uniti per dire mai ad un governo con la sinistra”. Anche questo è un messaggio “dovuto” per il timore che la granitica (!!!) alleanza di centro destra si sfaldi alla prima telefonata di chi lavorerà per rifare un governo.

Voglio dire che sono affermazioni determinate dal momento, non verità assolute.

Per la mia parte mi augurerei che la personalizzazione della politica non venga esecrata solo nei convegni ma praticata nella politica. Un progetto politico non sta in piedi per una persona per quanto essa abbia un proprio consenso altrimenti non è un progetto politico. Anche in un passato non molto lontano abbiamo affidato ad un nome quello di Prodi il compito di supplire alla nostra difficoltà a leggere la società che stava cambiando, alla  assenza di un progetto politico vero e alla difficoltà di costruirci sopra un soggetto politico-partito. Sull’altare dei Prodi e in nome della diga da alzare contro Berlusconi abbiamo buttato al macero i DS ( la Cosa 2 che doveva riorganizzare la sinistra dispersa dopo la fine del PCI e del PSI) e la Margherita che aveva ereditato dai popolari la migliore tradizione DC. I risultati commentateli voi guardando al PD. Oggi non è che si possono coprire le nostre perduranti inadeguatezze di progetto e di soggetto politico dietro al nome di Conte ( che non è nemmeno Prodi).

A noi debbono interessare i governati non i governanti. A noi deve interessare rimettere in sesto un progetto della sinistra italiana e un soggetto capace di interpretarlo e conseguentemente fare le alleanze coerenti e possibili ( con i nuovi 5 Stelle perché no). Possiamo erigere la diga anti Salvini/Meloni con qualche raccogliticcio sempre in vendita ma sarà esattamente come dovemmo fare con la crisi del Prodi 1 e l’Unione del Prodi 2. Eppure dovremmo imparare qualcosa da ciò che abbiamo vissuto!

Comunque ad oggi tutto è aperto anche che i due simili per presunzione e trasformismo si attraggano. Non è proprio una legge della fisica ma non si sa mai nella politica.

PS: A chi ha criticato ieri la mia proposta: fate un pensierino su cosa vuol dire avere il centro destra con le mani libere nei prossimi tre anni quando la crisi sociale sarà esplosa in tutta la sua drammaticità. Lo credo bene che qualcuno nel PD pensi a votare a giugno assieme al voto nelle grandi città dove il centro sinistra di solito è favorito. Calcolo per calcolo!

25 gennaio

Se si fosse dimesso 10 giorni fa non avremmo assistito a quello spettacolo in Parlamento. Non avremmo avuto quelle dirette televisive con il pallottoliere. Uno sfregio alle istituzioni che in questo momento non serve. Infine probabilmente avremmo già varato un nuovo governo. Benedetto il signore! La strada maestra è sempre la più breve. Il Presidente della Repubblica farà la cosa migliore secondo i criteri propri di una democrazia parlamentare. 1 ha il dovere di cercare di salvare la legislatura 2 deve acconsentire ad un governo che abbia la più ampia maggioranza possibile per gestire il paese in una fase tanto difficile. 3 solo se non ci sono le condizioni scioglierà le camere e si accertera’ che un Governo porti correttamente il Paese al voto. Gli uomini vengono dopo e sono funzionali allo scopo non l’inverso. Tutto il resto sono chiacchiere

3 febbraio

1 che non ho ancora capito il senso politico di ” Conte o elezioni” quando era chiaro che la strada per le elezioni era chiusa

2 ero per un governo di unità nazionale cioè un governo di unità fra forze politiche diverse motivato dalla pandemia e soprattutto dal dopo pandemia. Questo che nascerà potrebbe esserlo ma anche no.

3 il centrosinistra doveva proporre il Governo di unità nazionale invece adesso lo subisce. Non è la stessa cosa.

4 per far assomigliare il Governo Draghi ad un governo politico di unità nazionale è necessario che i leaders dei partiti oppure i pezzi forti degli stessi diano la disponibilità a farlo nascere ma soprattutto a farne parte diretta. ( esempio Speranza , Zingaretti, Gualtieri, Giorgetti, Di Maio, Tajani, devono entrare al governo non guardare i sondaggi stando fuori).

5 chi corre più rischi è il centrodestra che fino ad oggi stando all’opposizione ha saputo rimanere unito. Adesso cambia tutto anche per loro

6 Renzi lavorerà per rafforzare un centro liberale è tempo di quella costituente della sinistra di cui si parla sempre per non farla mai

Buona fortuna Italia!

5 febbraio

Occhio, ci sarà un prima e un dopo Draghi. Uno spartiacque. Non perché Draghi sia un drago. Perché avvierà il dopo pandemia cioè il governo del dopoguerra e tutto sarà diverso e complicato. Perché come ho sempre pensato è bastata solo la proposta di un governo di unità nazionale ( non tecnico) per scombinare gli schieramenti. Prima di tutto la destra dove salta quella unita’ che li ha portati a vincere in 15 regioni e ad attestarsi sul 48% da due anni a questa parte. Salvini potrebbe fare il più grosso autogol dopo il Papete se rimanesse fuori ma se entra torna a fare la Lega nord che non è La lega per Salvini premier. Non è la stessa cosa. I 5 stelle devono finalmente fare i conti con le loro ambiguità che si sono nascoste dietro Conte. La sinistra potrebbe pensare di fare la sinistra magari ascoltando le dichiarazioni di Landini molto responsabili ma ferme sulle esigenze prioritarie per il nostro campo e magari avviando quella costituente di una nuova sinistra sempre annunciata e mai fatta. Renzi potrebbe coltivare senza più infingimenti la sua vicinanza con Forza Italia/Bonino/Calenda/Toti altrimenti si condanna alla irrilevanza. Insomma è il momento di tenere aperta la mente al cambiamento del campo di gioco. Il tempo per noi a sinistra di una mente politica aperta e di un forte ancoraggio sociale. Intanto ci siamo dimenticati dei Mastellas e non è poco