Al Ministro dello sviluppo economico.- Per sapere.- premesso che:

il gruppo FERRETTI YATCHS è uno dei più  importanti settore della cantieristica navale, con cantieri a Forli, La Spezia, Ancona, Cattolica, Sarnico, Marotta di Mondolfo, San Giovanni in Marignano; conta circa 2mila dipendenti oltre ad una forte presenza di indotto nelle regioni Emilia Romagna, Liguria, Marche e Lombardia;

dopo la pesante crisi finanziaria del gruppo, causata dal disimpegno dei fondi di investimento Permira e Candover, accentuata della crisi economica mondiale che ha ridotto il fatturato, il nuovo Management, chiamato a seguito dei nuovi assetti proprietari ( tra i soci risulta essere anche MEDIOBANCA) scaturiti dalla conversione del 50% del debito in azioni, ha ridefinito gli assetti dell’attività aziendale e le politiche di sviluppo nel breve e medio termine. Tali assetti sono stati confermati dai risultati operativi del biennio 2010-2011;

il management dell’azienda ha annunciato un piano di rilancio, con la possibilità per i lavoratori, le aziende dell’indotto, le istituzioni locali, di un costante monitoraggio. Pur annunciato da mesi, il piano di rilancio non é a tutt’oggi stato presentato, mentre l’operatività dell’azienda risente pesantemente della mancanza di prospettive di medio e lungo periodo;

il gruppo industriale Cinese SHANTUI Heavy Industry Group ha  presentato nel mese di settembre 2011 una proposta di acquisto e finanziamento dell’attività aziendale. Questa proposta è stata giudicata inadeguata dall’attuale proprietà detentrice della maggioranza delle azioni e dell’indebitamento;  il rifiuto della proposta ha comportato un impegno delle banche, coordinate da RBS, che già hanno convertito due anni fa il 50% del credito in azioni, a prevedere una nuova ristrutturazione del debito prevedendo altresì una immissione di nuovo capitale indispensabile allo sviluppo dell’impresa;

le incertezze che tuttora permangono, stanno creando notevoli problemi alla gestione operativa e rischiano di compromettere lo sviluppo dell’impresa e dell’indotto, che sta pagando duramente le difficoltà finanziarie dell’impresa che rischia di portare alla chiusura di piccole e medie imprese indispensabili per il futuro.

Se il ministro sia informato della vicenda, se stia monitorando la situazione, e quali iniziative intenda tempestivamente porre in essere per favorire la conclusione dell’operazione  di ricapitalizzazione e scongiurare  il blocco delle attività dei cantieri che produrrebbe  gravissimi danni sociali ed economici;

se a tal fine intenda aprire un tavolo di crisi presso il ministero con il coinvolgimento delle parti sociali e dei rappresentanti delle istituzioni regionali e locali interessate, anche al fine di salvaguardare uno dei più prestigiosi marchi del Made in Italy nel campo della nautica da diporto.

Marchioni, Vannucci, Giovanelli, Brandolini, Merloni, Sanga, Andrea Orlando, Cimadoro, Misiani