Il mio Segretario di Zona Gianni Talozzi

Ieri nel Duomo di Urbania abbiamo salutato il compagno Giovanni Talozzi. 1978 in un contesto conflittuale interno al PCI di Urbino di cui non ho mai capito del tutto i contorni, Talozzi viene proposto ed eletto segretario del Comitato Zona e con lui io inizio la mia esperienza di funzionario di partito. 35 anni Gianni 21 io. Il segretario provinciale Lamberto Martellotti, lo scoprii dopo, ne faceva di queste cose. Eletto anche lui da pochi mesi non aveva la forza di imporre fra le diverse correnti, (le chiamavano sensibilità perché le correnti erano vietate nel PCI e il frazionismo prima che un comportamento censurato dallo statuto era una ignominia) una sua netta linea di costruzione di un nuovo gruppo dirigente , che fu l’assillo più forte di tutta la sua segreteria. Fra quelle sensibilità c’erano ancora in piena attività i grandi vecchi usciti dalla seconda guerra mondiale e a questi si era aggiunto un corpo di élite di ex giovani fattosi avanti negli anni 60 e in quel contesto il gruppo nuovo, figlio delle politiche dei primi anni 70 e che si nutriva di Berlinguer a colazione pranzo e cena, non è che avesse tanta possibilità di aprirsi una strada. Però la società spingeva e il rinnovamento più che la continuità era avvertito come necessario nel partito e nelle amministrazioni locali. Questo si era abbondantemente visto con le elezioni amministrative del 1975, con l’apertura ad un dialogo vero con il mondo cattolico anch’esso attraversato da forti scossoni provenienti dai gruppi di base, con la politica del compromesso storico. E cosi Martellotti non potendo affermare una sua linea forte e chiara relativamente alla costruzione di un nuovo gruppo dirigente e mancando nell’apparato di un quadro riferibile a lui approfittava di queste divisioni interne per costruirselo e far avanzare forze fresche. Letta con il senno di poi la tattica era chiara: con la volontà incontestabile da chicchessia di evitare che le differenze deflagrassero in veri e propri scontri aperti promuoveva alla direzione di pezzi importanti di partito figure deboli o alla apparenza più deboli che non facevano sentire nessuno fra i “capi” sconfitto e lasciava tutti nella presunzione di poter continuare ad avere il proprio spazio di movimento che non sarebbe certo stato osteggiato da questi dirigenti nuovi e inesperti. Intendiamoci sul nuovo, le figure di cui parlo me compreso, avevano qualche anno di militanza e di direzione politica delle sezioni quanto meno. Così io e Talozzi giungemmo a guidare la zona di Urbino del grande PCI. Poi però non tutti facevano i conti con il fattore E che sta per entusiasmo e quello di Urbino fu uno dei casi più emblematici. A noi difettava certamente la capacità politica, la conoscenza del contesto in cui eravamo chiamati a svolgere la nostra funzione di direzione ma non difettava affatto l’entusiasmo che poteva essere letto anche come volontarismo, altro difetto non piccolo per dei comunisti, però di entusiasmo ne avevamo talmente tanto che il nostro lavoro al PCI della zona di Urbino diventò un “entusiasmo contagioso”. E in questo contagio c’è appieno tutta l’umanità di Gianni. Ci trovammo subito bene con i compagni e le compagne di base che allora davvero in tanti animavano le sezioni diffuse capillarmente su tutto il territorio un po meno bene con i “dirigenti “ affermati i quali da persone intelligenti ovviamente non ci aiutavano ma nemmeno ci combattevano apertamente sia perché eravamo coperti dal segretario provinciale sia perché ci eravamo conquistati in pochissimo tempo la stima e l’affetto della meritatamente definita “mitica base”. E contro la base non si va, regola aurea. La si poteva orientare ma mettercisi proprio contro nessuno se lo poteva permettere. Era già un momento di difficoltà del PCI il terrorismo, l’ uccisione di Moro, i cambiamenti nel mondo del lavoro, la sconfitta alle politiche del 1979. Berlinguer amatissimo ma in difficoltà fuori dal partito per l’iniziativa di Craxi e dentro al partito per l’esaurirsi della fase della solidarietà nazionale e il lancio di una problematica politica di “alternativa democratica”. Ma i nostri dati strutturali nella zona di Urbino erano tutti ottimi: iscritti, diffusione dell’unità, successo delle feste de l”Unità a partire da quella di Urbino che torno in utile dopo anni. Lavoravate sulla struttura fisica del partito, voi direte, più che sulla sua mente politica. Direi relativamente e lo dimostrammo alle elezioni amministrative del 1980. Era difficile ripetere lo storico risultato del 1975 si temeva in particolare in Urbino dove si era consumata una brutta frattura con i socialisti di perdere la maggioranza assoluta in consiglio comunale. E invece no ! Con fatica ma mantenemmo la maggioranza assoluta al Consiglio Comunale di Urbino e cosi andò bene anche negli altri comuni della zona dove si consolidava anche il ricambio generazionale alla guida dei comuni. Dicevo che il nostro entusiasmo fu contagioso e sicuramente contagiò’ compagne e compagni che in quel contesto videro cambiare la loro vita per sempre. Chi fece il sindaco, chi fini in regione e ben 4 decisero come me di fare il salto dentro la vita da funzionario di partito, figura oggi tanto squalificata agli occhi dei piu’ che invece per rabbia e orgoglio voglio omaggiare chiamandoli per nome . Massimo Galluzzi che fra le altre cose è stato sindaco per 10 anni in Urbino, Giuseppe Lucarini sindaco di Urbania più volte, Giuliano Giampaoli poi divenuto sindacalista di grande valore, Gianni Venturi ora nella segreteria nazionale della FIOM. Insomma Gianni per due buttati nella mischia non ce la cavammo cosi male. Ciao Gianni non sei solo stato il mio segretario di Zona sei stato in quegli anni anche il mio amico e il mio confidente perché quando hai 20 anni puoi avere tutti i titoli che ti pare ma rimani sempre un ragazzo. Il nostro tandem si ruppe nel 1981, ma quei tre anni rimangono indelebili nella mia mente e spero di essere riuscito a mantenere vivo quello spirito entusiasta e generoso del fare politica con piacere che ho imparato con te. Grazie e che la terra ti sia lieve.