Curiosità — 1 minuto di lettura

The Belly Buttom of the World -Goran Bregovic

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Ancora musica per la Pace. Il nuovo lavoro di Goran Bregovic in una meravigliosa intervista di Giuseppina Manin per il Corriere della Sera

La musica

che unisce

«Che tu sia in chiesa, in sinagoga o in moschea, cambia solo lo sfondo, la preghiera resta la stessa», assicura Goran Bregovic, musicista, compositore, geniale interprete di tradizioni balcaniche e mediorientali. Mondi sonori presenti nel suo nuovo album, The Belly Buttom of the World, dal 19 maggio per Deutsche Grammophon, tre racconti lirici basati su liturgie cristiane, ebraiche e musulmane.

Come nasce questa sua escursione nel sacro?

«Da una commissione della Basilica di Saint Denis di Parigi. Cinque brani registrati durante la pandemia, scritti per tre violini solisti, orchestra, sestetto di voci maschili e la Wedding and Funeral Band».

Tre violini come le tre religioni.

«Ciascuno con una sua sonorità specifica, il violino classico, quello kletzmer e quello arabo richiedono tecniche di esecuzione diverse. Lo strumento è lo stesso ma ciascuno esprime la sua individualità. Lo stesso accade per le fedi, un esperto di liturgia di papa Woytjla mi spiegò che il nucleo comune dei monoteismi lo si ritrova nella preghiera, per tutti uno sguardo al passato e al futuro».

Lo stesso sguardo che lei esprime in musica?

«Il solo linguaggio universale, tant’è che i primi strumenti risalgono a 20 mila anni fa. Con la musica posso fare quello che i politici non riescono: unire culture e popoli diversi, persino nemici».

La Wedding and Funeral Band ne è un esempio.

«Come lo è su altre frontiere la Divan di Baremboim con musicisti arabi e israeliani. Oasi di pace in territori di guerra. Purtroppo il miracolo della musica accade solo per chi la esegue. Per il mondo esterno resta un esempio su cui riflettere. Non sufficiente a far tacere le armi».

Perché le guerre più aspre sono quelle tra popoli fratelli?

«Perché è più facile odiare che convivere rispettando le differenze. Dove c’è grande povertà e sottocultura, la democrazia, diceva Aristotele, non è sempre la miglior forma di governo».

La sua posizione sul conflitto ucraino?

«Piango su tutti i morti, soldati e civili, ucraini e russi. Una generazione spazzata via per una questione di confini. Il potere non ha pietà, non tiene conto della sofferenza. Quella presente e quella futura. A Sarajevo, la mia città, tre anni di assedio hanno lasciato ferite che 30 anni dopo sanguinano ancora. La riconciliazione è una strada lunga e difficile. Odio e violenza sono l’eredità per quelli che verranno».

«Rivoltiamo la domanda: cosa sarebbe il mondo senza migranti? Senza i milioni di italiani sparsi ovunque? Il miglior vaccino anti Covid l’hanno inventato due turchi che stanno in Germania, e senza un ragazzo siriano di nome Steve Jobs non avremmo l’iPhone. I migranti sono ricchezza in arrivo. Fermarli è davvero poco intelligente».

Cosa pensa dell’insulto gridato al calciatore serbo Vlahovic: zingaro!

«Che non sanno quel che dicono. Gli zingari sono l’unico popolo nella storia che non ha mai fatto una guerra. In cambio hanno lasciato tracce della loro cultura ovunque».

Lo stadio luogo di fanatismi?

«Si sta dimenticando che il calcio è un gioco. Se hai un solo amico giochi a tennis, se ne hai 10 a calcio. Io 10 amici li ho sempre trovati ovunque».

Anche quando stava in Italia?

«Certo, a 18 anni vivevo tra Napoli e Ischia, suonavo nei pianobar e in locali di striptease».

Le sue colonne sonore per Kusturica e Chéreau sono memorabili, ha nuovi progetti con il cinema?

«Tre film: un americano, uno serbo, uno italiano. Il primo ad arrivare sarà su Modigliani». (Goran non fa nomi ma Johnny Depp ha appena annunciato il biopic con Pacino e Scamarcio).

In copertina lei manda un bacio al ventre di una donna incinta con il globo terrestre tatuato.

«L’ombelico del mondo! Come la canzone di Jovanotti. Qui però sta per tutt’altro. L’ombelico è la terra madre, violentata dall’avidità dei suoi figli. Le conseguenze sono evidenti. Ma, come succede per le guerre, ce ne accorgiamo solo quando ci toccano da vicino. Tutto ciò che accade fuori Europa non sembra riguardarci».

In un mondo global perché si temono tanto i migranti?

«Rivoltiamo la domanda: cosa sarebbe il mondo senza migranti? Senza i milioni di italiani sparsi ovunque? Il miglior vaccino anti Covid l’hanno inventato due turchi che stanno in Germania, e senza un ragazzo siriano di nome Steve Jobs non avremmo l’iPhone. I migranti sono ricchezza in arrivo. Fermarli è davvero poco intelligente».

Cosa pensa dell’insulto gridato al calciatore serbo Vlahovic: zingaro!

«Che non sanno quel che dicono. Gli zingari sono l’unico popolo nella storia che non ha mai fatto una guerra. In cambio hanno lasciato tracce della loro cultura ovunque».

Lo stadio luogo di fanatismi?

«Si sta dimenticando che il calcio è un gioco. Se hai un solo amico giochi a tennis, se ne hai 10 a calcio. Io 10 amici li ho sempre trovati ovunque».

Anche quando stava in Italia?

«Certo, a 18 anni vivevo tra Napoli e Ischia, suonavo nei pianobar e in locali di striptease».

Le sue colonne sonore per Kusturica e Chéreau sono memorabili, ha nuovi progetti con il cinema?

«Tre film: un americano, uno serbo, uno italiano. Il primo ad arrivare sarà su Modigliani». (Goran non fa nomi ma Johnny Depp ha appena annunciato il biopic con Pacino e Scamarcio).

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di Giuseppina Manin