Curiosità — 1 minuto di lettura

Tre amici Tre libri: Ivano Dionigi ” L’Apocalisse di Lucrezio” (Raffaello Cortina editore)// Guido Melis “Dentro Le Istituzioni” (Il Mulino)// Roberto Zaccaria “Un Professore Chiamato Presidente” (Odoya )

Curiosità — 1 minuto di lettura

Quando degli amici pubblicano libri cerco sempre di recuperarli e leggerli. E’ per me un piacere ed ha un effetto confermativo di un legame anche se questo per tante ragioni è diventato salutario o addirittura improbabile. La cosa che più mi rallegra è vedere, leggendo i loro libri, come, fra le migliaia di relazioni umane che la vita a questa età mi ha regalato, alcune hanno mantenuto un sapore particolare e non per caso. Così è per questi tre personaggi che ognuno nel loro mondo hanno raggiunto risultati importanti edel cui lavoro mi sono arricchito.

L’Apocalisse Di Lucrezio politica-religione-amore di Ivano Dionigi è un libro che mi porta in un mondo a me ignoto, ma non è la prima volta. Non ho fatto studi classici, non ho frequentato autori classici. Sono davvero ignorante. Devo ai libri di Ivano le poche incursioni su quel terreno e ne sono sempre rimasto affascinato. Troppo facile dire che anche nel dibattito attuale non stiamo inventando niente, che le domande di fondo sono sempre le stesse, anzi duemila anni fa se è possibile erano domande che indagavano ancora più a fondo di quanto riusciamo a fare  oggi. In questo libro poi emerge la perenne lotta fra credenze autoassolutorie e naturalità dell’uomo e dei fenomeni. Una sorta di manifesto laico ante litteram che non concede niente alla volgarità del presentismo ma ci conduce ad un dialogo poetico fra spitualità natura e infinito. Ivano magnifico rettore, studioso illustre è uno di noi, di noi pesaresi, di noi figli di famiglie operaie, di noi di quartieri popolari, di noi che abbiamo cercato di unire il meglio della cultura della sinistra con il meglio del cattolicesimo. Insomma tanta roba.

Dentro Le Istituzioni di Guido Melis è un libro che conduce dentro le eterne contraddizioni che attraversano le istituzioni e la pubblica amministrazione. Guido ci conduce con una tale profondità e leggerezza in questo percorso da far sembrare una materia ostica e per nulla amata dai più quasi divertente. Questo tocco colto e leggero conferma in me la convinzione che egli sia il più grande storico della Pubblica Amministrazione di sempre e per me non è poca cosa poter dire di averlo avuto e di sentrlo tutt’ora sodale di questa eterna battaglia per fare della PA un luogo pieno di dignità e rispettato da tutti. Di sconfitta in sconfitta perseveriamo temerari su questa strada e guardiamo con commiserazione quell’agitarsi dei politici che predicano al vento, venditori di illusioni facili, solo perché non vogliono o non sanno dedicarsi proprio alla cura dell PA.

Un Professore Chiamato Presidente di Roberto Zaccaria è un viaggio che comincia a Rimini e non è un dettaglio da poco. Dalla Romagna a Firenze, da Firenze a Roma, da Roma a Milano, da Milano via San Siro  ancora a Roma un viaggio fatto di studio, di relazioni intellettuali che diventeranno sempre più prestigiose, di relazioni politiche che passando per l’Inter diventeranno impegno parlamentare per poi approdare in un prezioso impegno civile e sociale sul grande tema dei rifugiati. A leggere tutte queste vicende sembra che a Roberto tutto sia venuto facile e invece chi come me per un po lo ha consociuto da vicino sa che è il frutto di quella particolare maestria per cui non ci si mette in poltrona a coltivare il proprio ego, non ci si crogiuola sulle vittorie ne ci si ferma a leccarsi le ferite dopo le sconfitte ma non si perde tempo a dare forma concreta ad una bella idea, ad un progetto, ad un obiettivo. Tipico dei romagnoli. Ma per fare tutto ciò ci vuol la mente aperta e libera da qualsiasi schematismo e pregiudizio, ci vuole un animo curioso, rivolto al prossimo, quello che Roberto ha e che lo rende una bella persona.